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Nei panni di mia moglie

"Nei panni di mia moglie" pubblicato da Editrice Nuovi Autori

Imago mortis - un'esca per la regina nera

"IMMAGO MORTIS- un'esca per la regina nera" pubblicato da Il Filo


I nostri sassi e il tempo

di Andrea Saviano
segnalazione al concorso "Voci" 2010


Un giorno un anziano professore fu contattato da parte dell'associazione di categoria degli industriali al fine di tenere una lezione su: "La gestione efficace del tempo". Si trattava di un corso a una quindicina d'alti dirigenti di alcune grosse società. Questa conferenza si sarebbe collocata come gran finale nell'ambito di una serie d'incontri formativi organizzati sul time-management.

Ora, per la pessima abitudine a sforare i tempi degli altri relatori, il professore ebbe a sua disposizione solo alcuni minuti per poter affrontare questo complesso argomento.

Come suo solito, era giunto al convegno puntuale e rimase tranquillo in disparte ad ascoltare il relatore che lo precedeva, anche se questi gli stava letteralmente divorando il tempo a disposizione.

Quando costui ebbe terminato il proprio intervento, lui – senza far molto caso ai presenti intenti ancora a discutere su quanto avevano appena appreso – salì sul palco, scansò alcuni oggetti posti a fianco del tavolo: un grosso contenitore vuoto e trasparente, una tanica piena d'acqua, due sacchetti e un secchiello, quindi rimase in piedi a osservare in silenzio questo gruppo scelto di top-manager senza interrompere il loro dibattito.

Vedendo che l'uditorio non s'acquietava, prese il contenitore trasparente e lo pose al centro del tavolo, quindi tossicchiò nel microfono.

L'uditorio notò solo allora la presenza del relatore, tutti si zittirono e uno dopo l'altro i dirigenti s'accomodarono ai loro posti recuperando in tutta fretta penne e block-notes.

Adesso sembravano tutti concentrati sulle parole che di lì a poco l'esimio docente avrebbe proferito. Pronti a prendere appunti per non perdere nulla di quello che lui, con tutta la sua esperienza in merito, avrebbe insegnato a loro. Invece, il vecchio professore rimase in silenzio per almeno un altro paio di minuti, nonostante il tempo a sua disposizione fosse poco. Nel momento stesso in cui s'erano sentiti i primi brusii e le espressioni s'erano fatte perplesse, il docente cominciò a parlare, dicendo loro: « Ora faremo un esperimento, » quindi chiese loro, « pensate che questo recipiente sia molto grande? »

Alcuni risposero di sì, gli altri più semplicemente annuirono, ma la risposta nel suo complesso fu unanime.

A questo punto, tirò fuori da uno dei due sacchetti e tra la sorpresa generale di tutti una ventina di grossi sassi e li posizionò all'interno del recipiente. Uno per uno, delicatamente e con grande perizia e, quando il vaso fu pieno fino all'orlo, alzò lo sguardo verso la platea e affermò: « In fin dei conti, questo vaso non era poi così grande! »

Tutti annuirono e gli unici che fiatarono lo fecero per rimarcare che, in effetti, "il tempo non è mai abbastanza".

A questo punto il vecchio ancor prima che i commenti si spegnessero domandò: « Adesso che ho messo i sassi, voi tutti pensate che il contenitore sia pieno, non è vero? »

Tutti, annuendo l'un l'altro, risposero ad alta voce di sì.

Il professore allora si sedette e si zittì.

Il tempo trascorreva inesorabile e tutto questo silenzio lasciò perplessi gli spettatori che cominciarono a mormorare fino a creare un uniforme sottofondo di brusio.

Il cattedratico aspettò ancora qualche secondo poi disse: « Siete proprio sicuri che il contenitore sia pieno? »

Ancora una volta il "sì" fu unanime.

Visto l'esito al suo quesito, il relatore si chinò di nuovo e tirò fuori, da un secondo sacchetto della ghiaia fine. Con attenzione versò la ghiaia sopra i sassi, poi agitò leggermente il recipiente, cosicché la ghiaia riuscì a penetrare, infilandosi tra gli interstizi trai grossi sassi, scivolando verso il basso fino a raggiungere anche il fondo del contenitore.

Ripeté il gesto più volte fino a raggiungere con la ghiaia l'orlo del recipiente.

A questo punto, alzò ancora lo sguardo verso l'uditorio e chiese di nuovo: « Come avete visto, il vaso non era pieno. Adesso, siete ancora dell'opinione che il vaso sia pieno? »

Questa volta gli "allievi" avendo compreso l'inghippo, rimasero tutti, tranne uno, in silenzio. L'unico che ebbe il coraggio di esprimere il proprio giudizio rispose con un tono tutt'altro che deciso: « Probabilmente no. »

« Bene, qualcuno s'è sbilanciato a dare una risposta! » Esclamò l'attempato docente, prima di chinarsi ancora una volta per sollevare un secchiello pieno di sabbia.

Con molta attenzione, alternando le due cose, versò la sabbia nel recipiente per poi scuoterlo, cosicché la sabbia riempì gli interstizi fra ghiaia e sassi, quindi chiese: « Pensate che il vaso, finalmente, sia pieno? »

In questa occasione, senza esitazioni, gli allievi risposero in coro « No! »

« Bene, » commentò l'anziano e, come ormai potevano prevedere i più acuti tra i suoi prestigiosi "studenti", prese un bricco e vi versò più volte l'acqua contenuta nella tanica, riempiendo gradualmente il vaso trasparente fino all'orlo.

A questo punto, il professore alzò lo sguardo verso il gruppo di "discepoli" e chiese: « Che grande verità ci rivela questo esperimento? »

Ispirandosi al tema della lezione, il più audace tra gli allievi – l'unico che aveva trovato il coraggio di parlare, quando a tutti gli altri era mancata la parola – rispose: « Anche quando si crede che la nostra agenda sia completamente piena d'impegni, se si vuole e si sa cercare, si può sempre aggiungere qualche altro appuntamento, perché è sempre possibile trovare un po' di tempo tra un incontro e l'altro. »

« NO, » tuonò il vecchio professore, « non si tratta di questo! La grande verità che questo esperimento vuole insegnarci è la seguente: "Se non si mettono per primi nel vaso i sassi grossi, in seguito non sarà mai più possibile farli entrare tutti. La sequenza sassi, ghiaia, sabbia, acqua è quindi fondamentale”. Gli impegni devono sempre essere collocati in ordine. Urgenza e rilevanza devono definire le priorità, solo così è possibile svolgere le cose importanti e gestire correttamente il nostro tempo. Perché, ricordatevelo sempre, il tempo non può essere accumulato. Non esistono banche dove depositare il tempo. Esso è come la frutta che va colta quand'è la sua stagione. Colto troppo presto il frutto è acerbo, colto troppo tardi è marcio! »

Ci fu un silenzio profondo, durante il quale ognuno prese coscienza di ciò.

L'anziano quindi aggiunse: « Quali sono i grossi sassi della vostra vita? La salute? La famiglia? Gli amici? Realizzare dei sogni? Fare ciò che più vi piace? Conoscere? Difendere un'ideale? Rilassarvi o cos'altro? Se nella vita si continua a dare la priorità ai dettagli, in altre parole alle bazzecole: la ghiaia, la sabbia e l'acqua, allora la propria esistenza si riempirà di cose trascurabili e non ci sarà mai abbastanza tempo da dedicare alle cose veramente importanti. »

Fissando l'uditorio, chiese con maggior vigore: « Quali sono i grossi sassi della vostra vita? Domandatevelo! Rintracciateli e metteteli per primi nel contenitore del vostro tempo. Ricordando però che le imprese straordinarie nascono da grandi sogni e l'uomo che lavora troppo non è in grado di sognare. »

Il professore a quel punto, nonostante avesse ancora qualche minuto a disposizione, con un ampio gesto salutò i presenti lasciando lentamente l'auditorium tra un interminabile scroscio d'applausi.